venerdì 3 febbraio 2017

Editing: la mia esperienza

Buongiorno a tutti!
Stanotte mi sono soffermata a riflettere sull'editing.
In realtà tutto è nato da una riflessione personale. Attualmente, pubblicando come self su Amazon, posso permettermi di portare avanti la passione per la scrittura senza alcun costo. Ciò che guadagno è la cifra che mi occorre per editare il romanzo successivo. E' vero che la stesura di un romanzo comporta anche tanti sacrifici, non è certo tutto rose e fiori, ma in sé scrivere è un desiderio profondo, non lo si fa per soldi, in quel caso le storie non avrebbero l'anima.
Dunque pensando alla scrittura come a una passione che mi rende felice mi sono chiesta: "Quante persone non spendono nulla per fare ciò che gli piace?"

Non solo. Quando ho pubblicato la mia prima opera "Celeste", non ci ho messo solo il cuore, ma anche tutto l'impegno e la dedizione che potevo. L'ho riletto innumerevoli volte ad alta voce, parola dopo parola, alla ricerca di ogni più piccolo refuso. Ho fatto quasi tutto da sola; mia mamma e un'amica hanno letto il romanzo evidenziando gli errori che vedevano.
Non posso biasimarmi, quella volta ho fatto il possibile per i mezzi e le conoscenze che avevo. Le cifre che sentivo in giro per l'editing erano da capogiro e non ho mai voluto investire nulla a priori. (Questa è una scelta personale che dipende dal fatto che ho una famiglia con tre bambini: il mio primo pensiero va a loro).
Nonostante la storia di Celeste sia stata apprezzata, le critiche mi hanno fatto piangere, mi sono sentita inadeguata e frustrata. Apro e chiudo una parantesi: le critiche negative sono il più grande aiuto che noi autori possiamo avere. Quella sensazione di dispiacere per non essere arrivati al lettore è una spinta formidabile per mettersi in gioco più di prima. Anche le critiche cattive, quelle che arrivano solo per ferire, fortificano l'autore e lo spingono a dare di più.

Perché scrivere non è una sfida con le altre autrici a chi vende di più, scrivere è una sfida con se stessi! L'autore si emoziona a scrivere, ma non è semplice trasmettere quello che sente, beh, può farlo sempre meglio, può cercare e perlustrare migliaia di strade per arrivare al cuore del lettore; l'autore migliora il suo stile romanzo dopo romanzo, perché c'è sempre un modo più semplice ed efficace per formulare una frase.

Nel mio caso ho avuto la fortuna di conoscere una editor che lavora con passione e che mi ha agevolata con i prezzi, cosicché ciò che avevo guadagnato mi è bastato per editare anche i romanzi già pubblicati, usciti così in una seconda edizione.

Nello specifico vorrei raccontarvi cosa significa editare un testo con un professionista, lungi da me dare una spiegazione ufficiale, vi dico soltanto come lavoro insieme a Emanuela.
Quando termino un romanzo, (in genere i miei tempi di stesura sono brevi: comincio a scrivere solo quando ho in mente tutta la storia), inizia la revisione personale. Mi rileggo il testo finché non mi dico: "Ecco, se non ci fosse la mia editor, pubblicherei così". (Bugia: una/due volte in più lo rileggerei, in vista della pubblicazione divento paranoica).
Non appena lei lo prende in mano inizia a studiare tre o quattro capitoli a settimana, sì secondo me li studia proprio. Quando mi ritornano indietro ci sono innumerevoli commenti riferiti ai vari tratti: "Prova a riformulare, non si capisce cosa intendi", "Metterei diverso, la frase sembra slegata dal resto", "In che senso Grigio capisce tutto di lei? Come fa Niki a intuirlo se lui non parla?". Inoltre ci sono le correzioni che effettua direttamente lei, (modifiche, snellimenti, riformulazioni, correzioni grammaticali, punteggiatura, tutto...), che io posso approvare e correggere oppure rifiutare.
Dopo aver pensato che è la volta buona per tirarle una ciabatta, mi armo di tanta pazienza e mi sforzo per migliorare ciò che ho scritto. (Quante parole inutili ficchiamo dentro le frasi noi autori! Quante cose diamo per scontate!).
Le invio tutte le frasi corrette via email e man mano che mi dà l'ok diventano sempre meno, sì perché capita che una frase debba riformularla più e più volte.
Terminati in questo modo tutti i capitoli del romanzo iniziamo la seconda parte.
L'editor rilegge tutto il romanzo dall'inizio alla fine e mi rimanda il testo con le nuove correzioni. Questa volta sono meno e di solito poco impegnative. Correggo e inizio la mia lettura di revisione.
Nell'ultima fase le letture fra editor e autore vengono alternate, (della serie 4 occhi sono meglio di 2!), per trovare gli errorini più infidi, fino a quando non ci sentiamo pienamente soddisfatte del risultato.

Questo per dire che farsi aiutare da un professionista per editare i propri romanzi non vuol dire "pago e lui mi risolve tutti i problemi", al contrario è essenziale una collaborazione continua e direi anche tanto affiatamento.

E alla fine qual è il guadagno dell'autore in tutto questo? Non solo un romanzo ben editato, permettetemi di dire che quello è il meno. Ciò che vale davvero è quello che io autore ho appreso dal percorso di revisione di quel romanzo, perché ciò che si impara diventa nostro e nessuno potrà più portarcelo via.

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